Perché non hai contattato direttamente il PRIMO BUSINESS CLUB DEGLI ARCHITETTI per acquisire clienti?

Se sei un Architetto e finalmente hai deciso di fare le cose sul serio per acquisire clienti, senza mai più svalutare la tua professionalità con incarichi sottopagati, allora non hai altra alternativa che rivolgerti direttamente ad ArchitettoClub, il Primo Business Club degli Architetti. >>> Ecco come...

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ATTENZIONE!

Prima di proseguire, verifica se rientri in queste condizioni.

  • Sei un architetto libero professionista?
  • Operi prevalentemente nel settore privato?
  • Desideri acquisire clienti e/o implementare il tuo fatturato professionale?

SOLO SE HAI RISPOSTO 3 VOLTE "Sì" ALLORA LEGGI QUI SOTTO

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L’acquisizione clienti è una scienza.

Nulla per cui ci si può improvvisare.

Ci tenevo a dirtelo subito perché non ti voglio far perdere tempo.
Già ne avrai perso fin troppo con tutti questi trafficanti che vendono illusioni sotto forma di ebook, libri o video corsi a buon mercato.
Probabilmente ne avrai fin sopra le orecchie di questi ciarlatani e delle loro pozioni magiche!

Al tempo stesso, devo avvertirti di un'altra cosa.

L'acquisizione clienti non ha nulla a che vedere neppure con la mentalità anni ‘60 che ha caratterizzato il mondo dei professionisti sino ad oggi.
Architetti inclusi.

Anzi.
Siamo agli antipodi.

Difatti, perseverando oggi con quel modello professionale non otterrai risultati diversi domani.
Non li otterrai non perché lo dice ArchitettoClub.
Non perché siamo il Primo Business Club degli Architetti e…
Neppure perché siamo gli Specialisti nei Processi di Acquisizione Clienti.

Non li otterrai perché è cambiato lo scenario di mercato.
Cambiando lo scenario di mercato dobbiamo impiegare strumenti diversi.

Utilizzare un approccio più specifico rispetto al passato.
Molto più tecnico ed analitico.
Anzi, se adesso hai qualche minuto ti spiegherò esattamente come fare.
Altrimenti, lascia attiva questa pagina e torna più tardi per rileggerla.

Perché adesso ti spiegherò esattamente come la tua attività professionale può acquisire clienti.
Come se fossimo due amici al bar.
Senza troppi tecnicismi.

(Se qualcuno mi scappa, perdonami già da adesso.
Infondo è un metodo analitico che abbiamo già testato.
Ma non c'è nulla di difficile da capire, credimi!).

A proposito…
Mi chiamo Alberto.
Alberto Parodi e sono un architetto, proprio come te.
In particolare, sono un business architect.
Ma solo "Alberto" va benissimo per me.
Non credo nelle etichette.
In caso non mi conoscessi già, presto ti sarà tutto più chiaro.

Nel frattempo, piacere di far la tua conoscenza.

Se sei d'accordo partirei subito con un primo dato, ok?

157000.

Ti dice qualcosa questo numero?

157000 sono gli architetti professionisti in Italia nel 2016.
4000 architetti in più rispetto solamente a due anni prima.

Era il 2014.
A documentarlo fu una ricerca condotta da Mirza & Nacey Research.
La notizia fece rapidamente il giro del mondo.

Ad interessarsene, fu persino il New York Times.
L’11 marzo del 2015 titolava: “In Italy, An Oversupply of Architects”.
Dopo poche righe, senza troppi giri di parole, l’articolo andava dritto al punto.

“That’s 50.000 more architects than there are in the United States, and more than the number of Britain and Germany combined”.

Verrebbe da chiedersi cosa direbbero oggi, vero?

157000!

arch. Alberto Parodi  Founder & CEO ArchitettoClub

+4000 rispetto al 2014.

In termini di densità territoriale questo si traduce in 2 architetti ogni chilometro quadrato.
Per la precisione 1,92 architetti/kmq!

Un numero spaventosamente elevato se comparato ad altre nazioni, non trovi?
Solo in Italia, difatti, è presente circa 1/3 degli Architetti dell’intera Europa.

E le previsioni non sembrano per nulla incoraggianti.
Ogni anno i nuovi laureati in architettura crescono mediamente il 10% del totale complessivo degli architetti.
Ad esempio, secondo il Centro Studi de “Il Sole 24 Ore” nel 2016 sono stati 16049 i nuovi dottori in architettura.

Nonostante i tentativi del MIUR di ridurre gli ingressi alle Facoltà di Architettura, il processo oramai è nel suo pieno sviluppo.

Però se dovessi sceglierne solo una,

la conseguenza più allarmante è principalmente questa.

Complice lo scenario economico e una pressione fiscale fino 64,8%, gli architetti rientrano tra le professioni intellettuali più esposte al rischio di povertà.

Solamente nel periodo 2010-2016 gli architetti liberi professionisti hanno subito una contrazione del 18% nel loro reddito professionale [sono dati ufficiali].
A documentarne la tendenza furono The Architects' Council of Europe e i rapporti annuali dell'Associazione Degli Enti Previdenziali Privati.

Ad essa si aggiungono anche le deliberazioni dei nostri decisori politici.
Con l’abolizione dei minimi tariffari, infatti, gli architetti sprofondano nel baratro: si trovano costretti a svendere la propria professionalità al prezzo più basso come se fosse un negozio in liquidazione.
Anzi, molto peggio!

Tuttavia questo scatenerà due ulteriori processi a catena.

  • Vengono assunti incarichi senza contratti o garanzie esponendo il professionista al rischio di insoluto.
  • Quando vengono presentati i preventivi di incarico, gli architetti tagliano i costi professionali per mostrarsi più competitivi ma si espongono a margini di profitto risicati o a segno negativo.

Te lo leggo in viso.
E’ successo anche a te, vero?

Dall’analisi di questo contesto, onestamente verrebbe voglia di uscirne il prima possibile.
Il quadro è allarmante e le previsioni per nulla lusinghiere.

Tuttavia, essendo specialisti nel business professionale, abbiamo individuato un’alternativa.

(Facendo solo questo era inevitabile che la trovassimo.
Ma posso confidarti che all’inizio non era così scontato.)

Abbiamo analizzato lo scenario di mercato e individuato i suoi punti di debolezza.

In definitiva in questa strada a senso unico, abbiamo individuato un percorso alternativo.

Insomma, c’è una via d’uscita.

Possiamo scegliere.
In pratica non siamo obbligati a proseguire solo su questa strada.
Immaginati davanti ad un bivio.

(In effetti è proprio così).

Ci sono due strade da percorrere e ovviamente puoi sceglierne solo una.
Ecco le due alternative.

La prima (SCONSIGLIATA): Perseverare sul modello professionale vigente.

simple but wrong

Questo modello è costituito dallo “studio in centro città”, giro di conoscenze, passaparola e…”speriamo che qualcuno mi chiami per un nuovo lavoro”.

Non particolarmente rassicurante come prospettiva, non credi?
Soprattutto adesso, visto lo scenario professionale che ti ho riportato poco fa.
Per non parlare delle proiezioni future.

Proseguendo su questa strada, procedi verso una crescente condizione di incertezza reddituale.
Come abbiamo visto, ahinoi, la tendenza è incontrovertibile.

Insomma...sei in balia degli eventi.

Non hai controllo sul tuo futuro professionale e per di più decidono gli altri per te.
In pratica, continui a fare ciò che hai sempre fatto, sperando che in qualche modo la situazione si “aggiusti” da sola.

Istintivamente mi viene da storcere il naso ma se pensi che questa sia la strada giusta per te prosegui pure.
Prima di farlo, però, ascolta anche…

La seconda (CONSIGLIATA): abbandonare il modello professionale vigente.

complex but right

Ciò comporta prima di tutto un cambio di mentalità.
Imboccando questa strada ti assumi la responsabilità che sei tu a controllare la tua attività professionale.
Non gli eventi esterni. Solo tu e nessun altro.

Sei cosciente che nessun scenario economico o politico potrà mai offrirti condizioni di prosperità fintanto che non ti confronti con i processi che regolamentano il mercato e ne individui le sue inefficienze.

Detta così è un po' difficile da capire. Almeno come primo impatto.
(Prova a rileggerla.)

In pratica, per far ciò ragionerai un po’ meno da architetto e un po’ più da imprenditore.
(Infondo è ciò che sei! Anche se non hai soci o collaboratori.)

Analizzerai il contesto di mercato all'interno del quale operi e definirai la tua strategia differenziante.
Detta più semplicemente: ciò che differenzia il tuo servizio professionale da quello di un altro collega (o presunto tale!).

Questo è un concetto fondamentale sul quale ritorneremo fra poco.

Ovvero, orientando il tuo atteggiamento professionale dalla mera esecuzione del servizio verso un approccio strategico, dovrai definire un modello professionale che soddisferà lo stato dei bisogni del tuo cliente meglio di qualunque altro concorrente presente sul mercato.

Avendone intercettato la domanda e proponendo un servizio differenziato, ti sarai garantito margini di competitività superiori alla media ma... non è ancora sufficiente!

A questo punto dovrai progettare i processi di acquisizione clienti per entrare direttamente in contatto con loro e con lo stato delle esigenze che i tuoi clienti desiderano soddisfare.

Realizzando un processo rivolto a costruire una relazione col cliente, potrai definire successivamente anche le procedure guidate per il passaparola e reiterare così il processo per ogni cliente convertito.

Tutto questo è davvero quanto di più potente si può dare in mano ad un professionista!

Seguendo questa strada non dovrai mai più aspettare che si presentino condizioni di mercato favorevoli.
Dicendola con le parole di David J. Schwartz:

«Non posso controllare ciò che accade all'economia della mia nazione, ma posso controllare la mia economia.»

A questo punto non ti resta che scegliere quale strada percorrere.

Se sei una persona coerente, non prenderai nemmeno in considerazione la prima strada.
Anche perché sai già che non ti porterà da nessuna parte.
Non ci volevo certo io per dirtelo.
E’ tempo di cambiamenti!
D’altra parte come direbbe Albert Einstein:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”.

Tuttavia prima di imboccare la seconda strada vorrai saperne un po’ di più.
Almeno così immagino.
Probabilmente alcune cose non ti saranno perfettamente chiare.
In questo caso non preoccuparti. All'inizio è normale.
Stai osservando le cose da un nuovo punto di vista.
Piuttosto, forse ti starai domandando:

“Perché devo definire una strategia professionale?”.

Se è davvero così, in realtà è molto più semplice di quanto tu possa mai pensare.

Prima dicevamo che in Italia ci sono 2 architetti ogni chilometro quadrato.
Un numero spaventosamente elevato.
Per pura semplificazione ignoriamo le professioni succedanee che concorrono nel medesimo settore.
Esatto, parlo proprio di geometri e ingegneri.
Non fare battute, però!
Se avessimo considerato anche il loro contributo, il rapporto sarebbe stato molto più alto di 2 architetti/kmq!
Ma a noi in questo caso non ci interessa.
Attraverso questo primo approccio di indagine qualitativa abbiamo già individuato la tipologia di mercato.

In altre parole, è un mercato congestionato.

In presenza di un mercato congestionato, esattamente come quello dei servizi di architettura ed edilizia, non manca certamente l’offerta. Lo abbiamo visto sopra.
In queste condizioni, ovvero quando un servizio è largamente diffuso in una economia di mercato, mediamente non presenterà grosse differenze.

Più tecnicamente si dirà che il mercato è perfettamente concorrenziale.
Ovvero, i beni o i servizi offerti in vendita sono perfettamente sostituibili gli uni agli altri.
La qualità del servizio tende dunque a livellarsi. Si assomiglia.

Per esempio: una pratica DIA rimane pur sempre una DIA sia che la presenti tu o che la presenti io.
Magari userai l’inchiostro colorato ma sempre stato di fatto, stato di progetto e comparazione dovrai presentare in Comune.

Di conseguenza:

minori saranno le differenze che riuscirà a percepire il tuo cliente nel tuo servizio professionale
maggiori saranno le possibilità di scegliere il professionista che gli costa meno.

(NOTA: Ho scritto “percepire”, inteso come valore percepito dal cliente!)

Questa condizione ammette però una piccola eccezione.
Se il tuo cliente è fidelizzato, se con lui hai costruito un rapporto di fiducia, sarà anche disposto, a parità di servizio offerto, a pagare un pochino di più per te.
In fondo te lo meriti.
Ti conosce, sa che lavori bene, si è trovato bene con te e per questo non vorrà disquisire troppo sul prezzo, proprio per contraccambiare la tua disponibilità.
Questo è ciò che in psicologia riconosciamo come principio della reciprocità.

Ma non andrà sempre così!
Comunque, non andrai mai così per tutti gli altri clienti.
Chi non ti conosce, colui che ignora il tuo valore aggiunto, effettuerà la scelta sul servizio che costa meno.
Ma, a questo punto,

come può contrastarsi questa drammatica tendenza?

Facendo leva sulla qualità?
Per mezzo di una maggiore professionalità?

Sarebbe davvero confortante se fosse così.
Non credi?

La soluzione passa per competenze che non sono proprio congeniali a noi architetti.

Prima dicevamo che

dovrai ragionare un po’ meno da architetto e un po’ più da imprenditore.

E’ ciò che Lorenzo Ait definisce "l’errore del pasticcere".
Un conto è fare le torte ma aprire una pasticceria è un altro paio di maniche.
Fare gli imprenditori di una pasticceria non significa saper fare le torte. Vero?

Riflettici un attimo.
Non è forse così?

In definitiva se desideriamo acquisire clienti per la nostra attività professionale e restare in scia, indipendentemente dalle oscillazioni del mercato, la soluzione è tassativamente composta dall'insieme ordinato di questi due elementi.

  • STRATEGIA PROFESSIONALE

  • COMUNICAZIONE

STRATEGIA PROFESSIONALE

Analizzando l’offerta di mercato del tuo specifico settore operativo (esempio interior design, restauro, rappresentazioni grafiche, impianti, progettazione, strutture, …) andrai a definire gli elementi di unicità che rendono il tuo servizio professionale preferibile rispetto a quello proposto dai tuoi “colleghi”.

  • Quali sono le 5 cose più importanti per il mio cliente durante un rapporto professionale?
  • Quali sono gli elementi di giudizio su cui il mio cliente effettua la scelta del professionista?
  • Perché a parità di servizio, un cliente dovrebbe preferire me rispetto ad un altro professionista?
  • Che cosa offre in più il servizio professionale del mio concorrente rispetto al mio?
  • Quali sono i punti deboli nel servizio del mio concorrente che potrei sfruttare a mio vantaggio?

Queste sono solo alcune domande sulle quali ti invito a riflettere.
Prova a trascrivere ognuna di esse su un foglio e rispondi sinceramente.
Prenditi un po’ di tempo per farlo.
E’ noioso, lo so! Ma il beneficio che ne ricaverai è incommensurabile.

Ponendoti insistentemente queste domande dovresti attivare il tuo cervello in uno stato di vigilanza attiva per cercare le risposte corrispondenti.
In fondo è stato progettato proprio per questo.

A fronte dei dati che hai raccolto,

  • Quale strategia professionale potresti definire?
  • Quali sono le innovazioni che dovresti introdurre nel tuo servizio professionale per essere più appetibile per i tuoi clienti e più competitivo rispetto ai tuoi “colleghi”?
  • Cosa dovresti cambiare? Che cosa mantenere?
  • Quali sono il 20% delle prestazioni professionali che determinano l’80% del tuo reddito ? E se ti focalizzassi solo su queste, cosa accadrebbe?

Ognuno di noi presenta elementi di forza ed altrettanti punti deboli, ma su quali competenze dobbiamo focalizzarci e quali sono invece i lati scoperti che dobbiamo rafforzare per rendere davvero competitivo ed inattaccabile il nostro servizio professionale?

Come vedi, già da queste prime considerazioni c’è davvero molto su cui lavorare!
Dopo aver definito l’offerta strategica del nostro servizio professionale, non ci resta a questo punto che comunicare la nostra differenza.

COMUNICAZIONE

Quando si parla di comunicazione, spesse volte si pensa che basti aprire un sito web, magari un qualche profilo social network, o realizzare una campagna di volantinaggio di qualche centinaia di euro e poi aspettare che qualcosa di magico accada.

Non è quasi mai così.

La comunicazione del nostro servizio professionale è il braccio operativo della nostra strategia.

E’ realmente troppo importante per la nostra redditività professionale per non curarcene o per affidarla all'amico "in gamba" con i siti web.

Al tempo stesso la tendenza al multitasking e i ritmi a cui è soggetto un utente medio, riducono drasticamente le possibilità di ricavarci un nostro spazio tra i pensieri quotidiani del nostro potenziale cliente.

Ad esempio, secondo l’indagine Global Mobile Consumer Survey condotta da Deloitte l’utente medio controlla il cellulare circa 50 volte durante il giorno e può arrivare sino a 200 volte se è funzionale al suo lavoro.
Ancora. In Italia, il 35% delle persone prende già in mano il cellulare entro i primi 5 minuti del risveglio.
Inoltre più del 40% lo controlla nel cuore della notte.

Probabilmente adesso ti domanderai che rapporto c’è tra la comunicazione per il tuo studio professionale ed il cellulare.
La dipendenza da cellulare denominata “phubbing” (phone + snubbing), ovvero la tendenza a snobbare le persone che fisicamente ci sono accanto concentrando le nostre attenzioni invece sul nostro dispositivo mobile, potrebbe essere molto più di un semplice disturbo sociale sul quale riflettere.

L’ossessione di verificare il cellulare per essere costantemente raggiungibili dalla connessione internet, dunque la necessità di essere connessi, potrebbe essere la principale ragione per cui la popolazione di internet è cresciuta da 2.5 miliardi di persone a 3,7 negli ultimi 5 anni.

Osservando le statistiche offerte da Internet Live Stats, si osserva come oltre la metà della popolazione mondiale collegata ad internet sia attiva sul principale canale social network: Facebook.
Ma non è tutto. Ogni 60 secondi su Google si avviano 3.5 milioni di ricerche, su Facebook vengono effettuati 900 login mentre 120 nuovi account vengono creati su LinkedIn.

Su Skype invece ogni 60 secondi si compiono circa 154000 chiamate.

Collegando i punti non sembra dunque casuale che gran parte degli investimenti pubblicitari si stiano rivolgendo al mondo on-line.

Difatti l’ultimo Rapporto Nielsen testimonia proprio questa tendenza.
Internet rappresenta il secondo mercato per gli investimenti pubblicitari con una quota poco superiore al 7%.
Al primo posto naturalmente c’è la televisione. La sua incidenza è di oltre il 60% sul totale complessivo.

Tirando le somme, navigare nella comunicazione professionale non sembra proprio un’impresa facilissima.
Tuttavia, per agevolare l’inserimento del nostro messaggio professionale nel nostro profilo social network o nel nostro sito internet o in qualunque promozione cartacea che decidi di avviare, puoi ricorrere a qualche facile espediente.

  • Comunica concetti semplici e facilmente memorizzabili.
  • Comunica gli attributi che rendono diverso (non migliore!) il tuo servizio professionale.
  • Comunica i benefici che riceverà il tuo potenziale cliente scegliendoti escludendo (tassativamente) professionalità, prezzo basso e qualità.
  • Accantona ogni mese una piccola quota variabile per promuoverti on line /off line.
  • Rendi misurabile ogni eventuale attività promozionale per valutarne il ritorno dell'investimento.

A questo punto non ti resta che metterti all’opera e iniziare a definire il tuo modello professionale.

Dovrai impostare la tua strategia e definire la tua comunicazione.

PURTROPPO C'È UN PROBLEMA.

Per realizzare tutto questo non esistono libri o corsi che ti insegnano a farlo.
Tanto meno per gli architetti.

Probabilmente lo puoi testimoniare.
Magari hai partecipato a qualche corso a pagamento, forse anche dal vivo, o acquistato una qualche risorsa in internet (webinar, videocorsi, registrazioni, ecc.).

I risultati VERI, quelli che fanno salire il tuo conto economico, non sono mai arrivati.
Non è così?

Hai solo sprecato soldi e tempo che non ti verranno mai più restituiti. (E’ successo a tutti, credimi! Anche a me!).

Il “bello”, se così di può dire, è che dopo qualche settimana ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza: frustrati e soli.

Come uscirne?

«Nessuno può insegnare qualcosa ad un altro uomo, può solo aiutarlo a tirare fuori qualcosa che ha già dentro di sé.» Galileo Galilei.

Qui ad ArchitettoClub abbiamo verificato che qualunque architetto può acquisire clienti e ottenere dei risultati reali facendo ricorso al business coaching.

Se non conosci il coaching, puoi associarlo (impropriamente) alla consulenza.
Dico impropriamente perché una consulenza può offrirti delle soluzioni al tuo specifico caso professionale.
Ma si ferma lì.

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Il coaching invece supporta attivamente il cliente nel raggiungimento dei suoi obiettivi professionali fornendogli gli strumenti per operare in maniera autonoma e nel pieno delle sue reali potenzialità!

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Secondo lo studio condotto dall'International Personnel Management Association (IPMA) i programmi di formazione comportano solo un incremento della produttività del 22%!
Se abbiniamo il coaching invece la produttività può raggiungere una percentuale dell’88%!

Videocorsi, webinar, lezioni frontali

  • Contenuti generici
  • Nessuna assistenza
  • Improduttività
  • -
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  • -
  • -

ARCHITETTOCLUB'S COACHING

  • Contenuti specifici per il cliente
  • Totale assistenza
  • Ottimizzazione del tempo
  • Definizione degli obiettivi
  • Definizione del piano strategico
  • Definizione strategia acquisizione clienti
  • Misurazione dei risultati

Ed ecco spiegato il motivo perchè ad ArchitettoClub ci occupiamo di coaching.
Perché è il sistema più rapido ed efficiente che garantisce risultati professionali al tuo studio di architettura.

Sarà sufficiente collegarsi collegarsi con Skype per essere seguiti direttamente da noi.

Ad oggi sono moltissimi gli architetti che si sono affidati ad ArchitettoClub per la loro attività professionale.

Questo gli ha consentito di:

  • Acquisire nuovi clienti
  • Consolidare il rapporto con la vecchia committenza.
  • Implementare il fatturato professionale
  • Ottenere maggiore visibilità sul mercato
  • Ampliare i contatti professionali
  • Ottimizzare la gestione interna dello studio
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arch. Emanuel Panizzolo

Alberto è una persona piena di INPUT, apre gli occhi come nessun altro con orizzonti che pensavo non esistessero, capacitivo e pieno di risposte focalizzate che fanno riflettere fin da subito. COMPLIMENTI!

arch. Emanuel Panizzolo Architetti Interni Padova
arch. Mirko Zonta

ArchitettoClub offre molti spunti per poter migliorare e/o implementare la propria attività professionale. Le sessioni one to one in videocall con Alberto permettono di approfondire quegli aspetti legati al marketing, alla gestione ed individuazione del cliente target, alla tipologia di offerta professionale specifica, che risultano spesso tralasciati da noi professionisti.
Grazie ai numerosi suggerimenti ricevuti, il mio studio Loft_Lab Architettura ha riscontrato una crescita sia nell’acquisizione di nuovi clienti sia nella conoscenza di nuove tecniche, elevando l’attività ad un grado più elevato di specializzazione.

arch. Mirko Zonta Loft_Lab Architettura
arch. Lorenzo Guarnieri

Ho conosciuto Alberto Parodi per caso, in un momento estremamente difficile per me. E’ una persona estremamente positiva ed efficiente che è riuscita solo con la prima videocall a trasmettermi la sua grande intraprendenza, migliorando sin da subito la qualità del mio lavoro.
Mi occupo di acustica e da quel momento le richieste di lavoro sono aumentate. Non immagino quando inizierò il percorso di coaching vero e proprio!

arch. Lorenzo Guarnieri Architettura per l'Acustica
arch. Silvia Turno

Conoscevo Alberto come amico e collega architetto, ma non come business coach! Già nella mia primissima sessione di coaching mi ha fornito preziosi spunti di riflessione sugli aspetti della mia attività professionale che più prediligo ma che non volevo vedere chiaramente. Grazie al suo supporto, ho assunto consapevolezza dei miei obiettivi e degli strumenti che posseggo per raggiungerli rapidamente. E siamo ancora all’inizio!

arch. Silvia Turno Silvia Turno Architetto
arch. Roberto Dellavalle

Alberto è abile e coinvolgente nel focalizzare l’attenzione sulle criticità sempre più marcate presenti nella professione di architetto. Differenziazione e comunicazione sono i concetti che più ho condiviso e che sto applicando alla mia attività professionale.
Impossibile non apprezzare il percorso individuato da Alberto con ArchitettoClub.

arch. Roberto Dellavalle ARCHITEAM "green" STUDIO
arch. Fulvio Miatello

La situazione lavorativa e professionale ha subito da alcuni anni una forte contrazione. La crisi ha portato a ripensare il mondo del lavoro, ed in particolare quello delle libere professioni.
La mia lunga esperienza professionale, basata su conoscenze personali ed il passaparola, si è necessariamente ridimensionata, e, mio malgrado, mi sono trovato a combattere con ‘colleghi’ che adottano il massimo ribasso per ottenere lavori.
Ho avuto poi l’opportunità di conoscere Alberto Parodi (fondatore di ArchitettoClub), e ho scoperto una realtà a me sconosciuta, una nuova prospettiva che ritengo di consigliare in modo particolare a chi si affaccia al mondo delle professioni e a chi ne è rimasto deluso.

arch. Fulvio Miatello HNArchitetti
arch. Elisabetta Canevello

Conoscere ArchitettoClub mi ha offerto la possibilità di acquisire nuovi strumenti per aprirmi ad una più vasta committenza, di approfondire tematiche legate alla gestione della professionalità che con difficoltà si riescono a curare e approfondire nel complesso e articolato mondo della professione. Oltre ad essere un architetto con specialità nel Restauro dei Monumenti, sono anche mamma!…e qui il supporto di ArchitettoClub diventa ancora di più fondamentale! Consigliatissimo!

arch. Elisabetta Canevello Studio M.E. Canevello
arch. Elisa Coriani

“Il mondo del “coaching” in architettura alla portata di un click. Esperienza oggettivamente positiva grazie all’entusiasmo, professionalità e preparazione del relatore che sento di consigliare a tutti i colleghi.”

arch. Elisa Coriani DaelDesign
arch. Maurizio Baccan

Dopo la conoscenza di Alberto e di ArchitettoClub ho capito che per continuare a svolgere la professione in maniera proficua bisogna pensare più da manager che da architetti. I suoi consigli, anche confrontandomi con altri colleghi, sono veramente indispensabili per pianificare una strategia d’azione ed “aggredire” il mercato.

arch. Maurizio Baccan Maurizio Baccan Architetto

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